15 Ott Sindrome di Gilbert e l’approccio multidisciplinare
La Sindrome di Gilbert è una condizione ereditaria benigna caratterizzata. I pazienti con sindrome di Gilbert presentano spesso lievi episodi di ittero, specialmente in condizioni di stress, digiuno o malattie. Sebbene la sindrome non sia pericolosa, alcuni pazienti lamentano affaticamento, dolori addominali e malessere generale, rendendo importante la gestione integrata del loro benessere.
La sindrome di Gilbert è una delle disfunzioni epatiche più comuni data da una mutazione genetica ereditaria benigna, con una prevalenza stimata che varia dal 3% al 12% della popolazione globale (Love et al., 1997).
Sebbene generalmente asintomatica e non pericolosa è considerata una variazione fisiologica per cui alcune persone, soprattutto sotto stress, possono insorgere sintomi come affaticamento, dolori addominali, difficoltà di digestione, digiuno, ittero lieve, disturbi dell’umore e malessere generale.
La sindrome di Gilbert è caratterizzata da un aumento episodico della bilirubina non coniugata nel sangue, causata dalla mutazione del gene UGT1A1 che crea un deficit parziale dell’enzima uridina difosfato glucuronosiltransferasi. Questo enzima è responsabile della coniugazione della bilirubina, rendendola solubile e permettendo la sua eliminazione attraverso il fegato. Il deficit porta all’accumulo di bilirubina indiretta nel sangue, con valori ematici elevati.
Il Ruolo del Medico
Il Medico è il primo punto di riferimento per diagnosticare la sindrome di Gilbert, tramite esami del sangue che rivelano un aumento selettivo della bilirubina indiretta, senza evidenza di altre malattie epatiche o emolitiche (Nelson et al., 1994).
L’intervento medico mira a monitorare i sintomi e fornire rassicurazioni riguardo alla natura benigna della condizione, raccomandando cambiamenti nello stile di vita per minimizzare i fattori scatenanti, ad esempio: evitare lunghi periodi di digiuno o sforzi eccessivi.
Il Ruolo dell’Ecografista
Il Medico ecografista ha un ruolo importante nella diagnosi differenziale della sindrome di Gilbert. Sebbene l’ecografia addominale non sia utilizzata per diagnosticare direttamente la sindrome, è utile per escludere altre patologie epatiche o biliari che potrebbero presentare sintomi simili. L’ecografia del fegato e delle vie biliari può confermare l’assenza di ostruzioni o anomalie strutturali, supportando così la diagnosi di Gilbert.
Il Ruolo del Biologo Nutrizionista
L’intervento di un Biologo nutrizionista è fondamentale e utile per la gestione della dieta, poiché il cibo può influire sui livelli di bilirubina. I pazienti traggono beneficio da una dieta equilibrata che eviti digiuni prolungati, ma che al contempo bilanci eccessi e carenze che possono sovraccaricare il fegato, ad esempio: eccessi di grassi saturi e zuccheri semplici o carenze di fibra e micronutrienti (sali minerali e vitamine). Il biologo nutrizionista può anche consigliare integratori o modulatori che migliorino la salute epatica e riducano lo stress ossidativo.
Il Ruolo dell’Osteopata
Studi recenti suggeriscono che il trattamento osteopatico può avere un impatto positivo sulla gestione di disturbi cronici non legati direttamente alla struttura muscolo-scheletrica, come la sindrome di Gilbert.
L’osteopatia manipolativa sembra avere effetti sul sistema nervoso autonomo, migliorando la regolazione del tono vagale e riducendo lo stress, fattore che può peggiorare i sintomi di questa sindrome, attraverso la regolazione enterica orto-para.
L’osteopatia è una pratica manuale che si concentra sull’interazione tra struttura e funzione del corpo, con l’obiettivo di migliorare la salute generale. Sebbene non esista una cura osteopatica specifica per la sindrome di Gilbert, alcune tecniche possono contribuire a migliorare la funzionalità epatica e ridurne i sintomi associati.
L’Osteopata può contribuire a ridurre la tensione a livello viscerale e migliorare il drenaggio epatico, alleviando i sintomi attraverso tecniche specifiche come la manipolazione cranio-sacrale, mobilizzazione del diaframma, tecniche di mobilizzazione viscerale e tecniche di regolazione autonomica.
Conclusioni
La gestione della sindrome di Gilbert richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolga medici, osteopati, nutrizionisti e ecografisti per monitorare la condizione e alleviare i sintomi. Sebbene non esista una cura definitiva, un piano di trattamento personalizzato e integrato può migliorare significativamente la qualità della vita delle persone con sindrome di Gilbert.
Fonti:
- Bouwens, J., et al. (2013). Diet and Liver Health. Journal of Hepatology, 58(3), 630-641;
- Licciardone, J. C., et al. (2006). The Effects of Osteopathic Manipulative Treatment on Symptom Control in Chronic Illness. Journal of the American Osteopathic Association, 106(8), 403-410;
- Love, M. I., et al. (1997). Gilbert Syndrome: A Clinical Perspective. Hepatology, 25(5), 1121-1125;
- Nelson, M. R., et al. (1994). Gilbert Syndrome and Its Clinical Implications. Clinical Liver Disease, 1(1), 15-20;
- Nelson, M. R., et al. (1999). Osteopathic Manipulative Treatment and Autonomic Function. American Journal of Osteopathic Medicine, 99(6), 368-374.
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